Lo scaldotto fatto dalle mani di Renata, regalato a tutte le persone partecipanti alla Residenza Modulo Uno dello scorso novembre.
Stefano ha partecipato alla Residenza Modulo Base nel 2016 e al Modulo Uno lo scorso novembre. Queste sono le sue parole a distanza di un paio di mesi, che ci godiamo in attesa della prossima residenza base di marzo prossimo. (Ultimi posti ancora disponibili!).
A lui va il nostro grazie, in ultimo per le sue parole, ma soprattutto per la persona che è, ancor prima del professionista.
E come sempre, buona arte assistenziale.
“Sei lì, a inizio turno, ti prepari alla battaglia: ripassi i buoni propositi verso i colleghi, il codice deontologico e quello penale, le percentuali delle sacche da infondere – apri la porta dello spogliatoio e invece del solito corridoio: un palcoscenico. Stretto come un letto, grande come una piazza. Davanti, un sacco di gente (chissà se hanno pagato un biglietto). Ma che gli dico? Che faccio, adesso?
Allora, mentre respiri, ricordi: ricordi quando al laboratorio di Infermieristica teatrale hai improvvisato; dovevi raccontare una favola, una favola che tutti sapevano, ma la tua no, la tua versione della favola nessuno l’aveva ancora ascoltata, prima e ultima occasione. Se non lo faccio io, ora, sarà persa per sempre. Poi ti muovi, quasi con ritmo, come nel ballo che hai fatto con S.; imiti te stesso, come facevi con D.; ti senti addosso i miti greci attraversati nel laboratorio: da figurine incise sui libri, Dioniso e Orfeo ora sai di averli dentro. Hai toccato con una mano Bologna e con l’altra l’Afghanistan; hai riso con gli altri al primo sguardo e imparato a stare nel tuo corpo davanti al corpo di altri, muoverti tra i meccanismi del potere (scegli sempre tu da che parte stare) e capire se ce la fai, in questa tua arte/lavoro/professione/mestiere di infermiere, a metterci il fiato e non solo parole. E mentre pensi a tutto questo, a questo misto tra essere moltitudine di possibilità ed essere più solo di quando sei solo (responsabile di te stesso attore), ecco, ti trovi già nel mezzo di un clistere e ricordi, azz! di non avere marcato il cartellino! Ma questa cosa, in fondo, non è così importante…”